Ugo Tognazzi by Giuseppe Mallozzi

Ugo Tognazzi by Giuseppe Mallozzi

autore:Giuseppe Mallozzi [Mallozzi, Giuseppe]
La lingua: ita
Format: epub
editore: AliRibelli
pubblicato: 2022-05-18T22:00:00+00:00


Sapere che questo è l’ultimo film italiano di Ugo Tognazzi contribuisce, probabilmente, ad avvolgere la visione di un alone di tristezza, più di quanto la storia mostrata nel film non lasci trasparire. Il commissario impersonato dal grande attore e regista, ormai sul viale del tramonto, sembra infatti aver assorbito la sua stessa anima e suscita realmente un senso di commozione, regalando una delle sue più straordinarie interpretazioni, ricca di sfumature sentimentali. Per certi versi sembra quasi di rivedere in scena una replica del personaggio del commissario Pepe di venti anni prima, e di cui gli autori non mancano di tracciare un profilo umano e professionale ben preciso. Cappotto marrone (un regalo ricevuto sul set), occhiali scuri, gli ormai inseparabili baffi, portamento dimesso, quasi appesantito dagli anni. Ugo Tognazzi e Giulio Ambrosio sullo schermo sono quasi indistinguibili. L’attore credeva tantissimo nel progetto, aderendovi con tutto l’entusiasmo e la dedizione possibili, tutte cose che, ancora oggi, agli occhi di chi guarda il film non passano inosservate. Ambrosio è un uomo semplice che ha fatto del suo mestiere la sua vita, anteponendo il dovere dinanzi a tutto, anche quando si tratta di dover dare un dispiacere a familiari e colleghi (per esigenze investigative non può accompagnare la fidanzata in vacanza e non concede il permesso di vedere la partita di calcio al suo sottoposto Luciano). È inoltre un attento osservatore (i topi, i mozziconi di sigarette...), paziente, misurato ma al tempo stesso deciso nelle sue azioni, oltre ad avere un sottile senso dell’umorismo, moderatamente ironico, e ciò risalta soprattutto negli scambi di battute con la Cenci («E così c’è stato un nuovo delitto?» / «Uhm, pare di sì» / «E naturalmente te ne occupi tu...» / «Eh, visto che non se ne può occupare l’assessore allo sport e turismo…»). Tenace e dotato di buon senso, è il classico duro dal cuore tenero, capace di entrare in empatia con tutti, anche con gli stessi sospettati, ma nessuna pietà per i delinquenti e gli arroganti (esemplare il pugno in piena faccia al teppistello che aggredisce Delle Piane o la singolare punizione inflitta all’esaltato Teocoli), utilizzando la provocazione se necessaria. Nell’ultima, tesissima sequenza, istiga volutamente la Marsillach, in piedi sul cornicione che minaccia il suicidio, per convincerla a rinunciarvi («Guarda che con me non attacca sai, sono abituato ad avere a che fare con tipi come te. Hai deciso di buttarti? E allora fallo! […] Hai giocato con la morte ogni giorno, a ogni siringa e adesso sei lì, ce l’hai davanti la morte, la puoi vedere. Guardala, e poi scegli.»).

Lontano dalle sanguinose e spettacolari dinamiche da thriller anni Settanta, I giorni del commissario Ambrosio si concentra maggiormente sull’intreccio poliziesco e sullo spessore psicologico dei personaggi, come quello – fra gli altri – interpretato da un intenso Carlo Delle Piane qui alle prese con uno dei suoi (pochi) ruoli drammatici. Adeguato spazio è dato anche alla critica sociale contemporanea, focalizzando sul consumo di eroina e i comportamenti a rischio AIDS che proprio in quegli anni erano all’ordine del battage massmediatico.



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